I love Barbablu, 2008

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Tre artiste al Centroartemoderna
Il Tirreno, 27 novembre 2010
Si inaugura oggi alle 18 presso il Centroartemoderna la mostra "Donne in arte, universo artistico femminile contemporaneo" che, a cura di Massimiliano Sbrana, presenta le artiste Valeria Brunelli, Laura Matteoli, Elena Verri. È una vera rassegna di arte al femminile e fa parte di un più ampio programma di valorizzazione di questa realtà artistica, che nei prossimi mesi vedrà l'organizzazione di altre mostre. Valeria Brunelli, nata a Milano dove vive e lavora, disegna da sempre emozionando con i colori. Laura Matteoli, nata a Livorno ma che vive a Pisa, preferisce le atmosfere leggere, tonalità calde. Elena Verri, nata a Ginevra da genitori italiani, si esprime con le sculture che presentano due temi fondamentali: il movimento e la leggerezza.

Monocromi d'autunno
BluArte, 12 ottobre 2010
di Antonella Iozzo
>Monocromi d'autunno

Dialoghi con la montagna
Corriere della Sera, 2 agosto 2010
«Dialoghi con la montagna» a cura di Spazio28 a San Bernardino
Si è inaugurata venerdì 30 luglio - presentata da Chiara Gatti - presso la Galleria Spazio28 a San Bernardino (Svizzera), e resta aperta fino alla fine di agosto, questa bella mostra curata da Spazio28 arte contemporanea, un vero e proprio omaggio artistico alla montagna.
Montagna intesa come fonte di energia vitale, luogo di meditazione e spiritualità, confie tra Stati e luogo di incontri, grande ispiratrice di artisti poeti e scrittori di ogni tempo. Quelli presenti quest'anno a 'Dialoghi con la montagna' si confrontano e dialogano con 'Lei', traendone emozioni che traducono nei loro rispettivi linguaggi: pittura, scultura, segno. Vi partecipano: Pierluigi Alberti, Marilena Belloni, Rolf Bram, Valeria Brunelli, Elena Ciuti, Danila Denti, Gianni Drago, Mavi Ferrando, Francesca Ferri, Anna Filippi, Mirella Gerosa, Laura Pitshaider, Tiziana Rosmini, Anna Sala, Spinoccia, Edoardo Toletti, Anne Thorninger, Nancy Uslenghi, Vincenzino Vanetti, Jack Z'Graggen.
Il progetto messo a punto da Spazio28 arte contemporanea, ha come obiettivo di offrire al pubblico immagini e aspetti diversificati della montagna, attraverso l'occhio e la sensibilità di ogni artista - svizzere o italiano che sia.
- Come ha affrontato il tema della mostra -, chiedo ad Anna Sala, pittrice italiana milanese, residente a Varese, che espone qui un suo lavoro. - Mi sono ispirata ad una poesia di di Antonia Pozzi 'Lago in calma', realizzando 9 piccoli oli 8x10, disposti su un supporto quadrato: alcuni lasciano intravedere tratti di matita sopra pennellate di azzurro… L'opera raffigura un luogo particolare non lontano da San Bernardino, in diverse stagioni dell'anno. -

Suoni dipinti
BluArte, 26 febbraio 2009
di Antonella Iozzo
Suoni dipinti, l'inesprimibile nella verità della musica. Su BluarteVirtual una mostra fatta di impalpabili corrispondenze che a tratti escono dall'ombra per poi rientrarvi come trasposizione spirituale di ciò che è invisibile in natura. Le immagini sonore di diciotto artisti scorrono evocando il suono incrinato dell'anima, un sussulto di vita interiore colmo di tensione nervosa e bellezza struggente.
L'impressione del fuggevole è un'atmosfera crepuscolare, quasi silente, nella quale trasudano le mezze tinte e i toni smorzati di Alba. Ogni suo gesto sembra voler piegare la materia musicale in pathos per dar vita all'irraggiungibile toccato, avvertito e poi divenuto ombra. Una vibrazione modulata in forma artistica, un puro sogno nell'incanto de "La quiete", un preludio sospeso tra le mani de "La fortuna".
Segni come versi poetici di levigata, rarefatta fattura e cesellati perfettamente da Barraco, abbandonano lo spartito stazionando inerti, quasi immobili nella sostanza cromatica. Il tempo si arresta, non scorre, non avanza, non fluisce, ma crea la dimensione del presente e scolpisce la tensione imperniata nella meterica essenza di un pensiero che sovrasta la mente. Una rivoluzione formale caratterizzata dalla sensazione di ritardi stagnanti nell'atemporalità, sono composizioni ottenute con grande perizia tecnica e con l'uso di accordi chiaroscurali che non risolvono ma annunciano cadenze mai arrivate.
I Suoni dipinti da Delaby ci avvolgono con sinuosità sognante, divini arabesque e curve morbide mentre il desiderio fluttua, inarca le linee della fascinazione e porta sulla scena il profumo di un'orchidea baciata dalla musica. Suoni materici s'innestano sulle cromie caldi titillando l'immaginazione che pulsa finché esce allo scoperto dilagando in evanescenti alterazioni melodiche liquefatte nel suono erotico del violoncello, il corpo ne avverte il torpore, la ragione freme e gli occhi sembrano presagire il contatto oltre la pittura, una vena dionisiaca nel mare apollineo della grazia dipinta.
Se un preludio romantico si può configurare come un affresco statico, la scrittura del pennello si configura in Donadio come un unico prolungato istante che si allarga e si stringe in ventagli variopinti volteggianti nella libertà del segno, quasi variazioni di pensieri sospesi nella leggerezza del sogno tessuto connettivo del vissuto dipinto.
Più lontano dalla nostalgia, dall'inquietudine, dalla luce e dalla speranza la sostanza narrativa di Nemo. Una narrazione di silenzi in cui l'azione concreta, il gesto, la creatività rilasciano e contemporaneamente assorbono eloquenti passioni. Sono complessi intrecci di situazioni musicali che sembrano affiorare dal teatro dell'angoscia, un'angoscia rimarginata dalla costruzione armonica ricca di sentimento e priva di lirismo, proprio perché il silenzio diviene agente espressivo, alone che sigilla le parole non dette, vale a dire scultoree emozioni da vivere nella loro corposità trascendentale.
Il suono dipinto di Relini è una vicinanza di colori e superfici, una sovrapposizione di forme istantanee, un universo di monadi sonore in movimento. La successione temporale viene risolta introducendo, nelle diverse spazialità cromatiche, aggregazioni ritmiche come note timbriche. Sulla tela il tempo musicale si sfrange, si decompone, si smaterializza in molteplici volate sonore, in flessuose quanto discontinue linee che si slanciano e ricadono su di se stesse sviluppando, nella sua improvvisazione jazzistica, una dinamicità inafferrabile e indeterminata.
Nel complesso di relazioni cromatiche di Giuliani, a partire dalle quali il contenuto stesso si disegna e si costituisce, il valore dell'istante è una cellula che fende il continuum temporale. I piani sono sovrapposti con una sintassi ritmica quasi asimmetrica dominante tutta l'estensione del lavoro, si crea così una caleidoscopica mutevolezza, una bellezza oscillante con zone timbriche che non sfumano l'una nell'altra, ne dialogano, ma determinano un immediato indomabile impatto emotivo, prosciugato nei volumi da Nanni. La sua dinamicità essenziale e simmetrica si combina con le suggestioni del linguaggio futurista, come pure la festosa irruenza cromatica. Immagini che esprimono il movimento, scenografiche rappresentazioni di un balletto di
Suoni dipinti o meglio pittura sonora, il confine è labile e la stesura segnico e cromatica coincide con l'armonia compositiva del fraseggio musicale. Carpo ne estrae la melodia collegandola ad una partitura emozionale fortemente evocativa. Ascoltare queste visioni equivale a penetrare nella forma pittorico - musicale , aderendo allo spirito della loro genesi, all'amplesso cosmico, alle scosse telluriche provenienti dalle viscere dell'universo. La gestualità sempre controllata dell'artista infierisce su tela provocando un'apertura centrale, un varco verso l'ignoto o forse è una fessura sull'inconscio, o semplicemente letti di fiume prosciugati dall'incapacità di sentire la musica nascosta dell'esistenza, silenziosa desertificazione dell'io.
Tutt'altra musica con Zago, vibrante essenza musicale, luminosa distesa cromatica. emozioni dissolte nell'impressione del sentimento, frammenti di paesaggi, ricordi sfumati all'alba. Ogni passaggio cromatico corrisponde ad una sensazione sonora dilatata nella spazialità di accordi adagiati su tela, impressione fuggevole che rende visibile la suggestione. Da qui parte un fascinoso viaggio dentro i labirinti segnici di Lenzi, una raffinata comunicazione attraverso forme elevate verso un forte simbolismo. Le sue composizioni restituiscono l'effetto di un poema sinfonico nel quale si concentrano universi paralleli: l'invisibile nella levità della natura e l'arcaico contemporaneo nella costruzione ridondante di significati complessi.
Adesso il pennello riposa è la volta degli scatti di Lotito, pause musicali nel silenzio del tempo, stati interiori, intimi, spesso impalpabili e invisibili nel divenire di una cadenza. Bagliori che non si limitano ad esistere come elaborazione del gesto artistico ma si evolvano in architetture fluttuanti e libere, un "aria sulla quarta corda" , forse un preludio all'ascolto di Bach.
Musica figurativa fatta di intima sensibilità, di architettura armoniche, di pause cadenzate nel flusso della creazione. Il lirico gesto della Brunelli entra in sintonia con il respiro del tempo si adatta alle sue pieghe e disegna le linee più tormentate dell'emozione, dietro c'è il canto struggente dell'anima, riflessi, fluttuazioni azzurre, linee cangianti immerse nel suono del cielo e della terra. Il silenzio di uno spartito dentro la musicalità di un dipinto riscrive l'essenza di Mugnaini, interprete visivo di un viaggio ai confini con l'interiorità. Coniugando ragione ed istintività ridona spazio sonoro ai riverberi della storia, tracce fluide di un passato addosso, sentirne il respiro è come vivere la consapevolezza del presente, nell'unisono del gesto del segno del colore.
Sguardo pittorico sulla musicalità, distanze annullate, sensazioni irreversibili, cambiamenti annunciati, sono gli scatti fotografici di Pinto alterazioni di suoni estroflessi dal mondo contemporaneo. Instabilità e mutabilità del mondo danzano nella sua percezione visiva, verità in un istante dietro l'obiettivo.
De Vita crea la fisicità del suono con un'armonica partitura di forme e volumi, sono sculture dalla penetrante fascinazione comunicativa disegnate con linee morbide e con accenti romantici. Dal contatto con la materia il "Risveglio della danzatrice" è una visione prolungata sulla dirompente sensualità di un ritmo che scuote i sensi più segreti dell'umana percezione. Espressività rielaborate nella corporeità dell'essenza sonora, un abbraccio sulle linee del suono, Un "Amore sussurrato" dilatato in poema sinfonico. Cariche energiche e brillantezza cromatica vibrano nell'improvvisazione modulata di Novelli, dove l'attimo presente è una successione di emozioni e di fervida creatività. Una favola, un paesaggio onirico nel passaggio di toni innescati un "Inno alla gioia" o una marcia verso la fantasia che si anima sulla tela mutatesi in pentagramma, ogni nota una macchia di colore, forma di transizione dal musicale dipinto al musicale eseguito.
Con Rotunno il soggetto è insieme musica, scenografia, surreale sintesi evasiva. Sapienti effetti di luce spettacolarizzano l'immanente è ogni pausa sonora è una movenza di forme pre- astratte, immagini di universi sospesi.
Una mostra capace di afferrare verità nascoste, sublimi e atroci, che si agitano in noi, suoni provenienti dall'universo dentro l'anima. L'inesprimibile dipinto.

La dottoressa artista
la Repubblica, 30 gennaio 2009
La sua prima "galleria d'arte" è stata la corsia di pediatria dell'ospedale Buzzi, dove lei, la dottoressa-artista Valeria Brunelli, lavora da anni e dove spesso è impegnata nella "trincea" del pronto soccorso. Adora i bambini e li cura con amore ma per rigenerarsi disegna acquerelli dedicati alle fiabe della tradizione europea. I suoi disegni hanno superato l'esame degli esperti d'arte e tra un mese debutta in galleria a Madonna di Campiglio.

Fiaba come vita
Frammenti di fiaba, 23 febbraio 2009
di Stefania Carrozzini
Valeria Brunelli c'introduce nel mondo incantato delle fiabe dove il tempo e lo spazio sono affidati alla legge della vita immateriale. Non a caso si esprime con la leggerezza e la trasparenza dell'acquerello fissando sulla carta, tra buio e luce, i luoghi, le storie, i personaggi. L'immediatezza della tecnica, quel fissare in modo veloce l'idea-fiaba, attraverso il colore, non lascia dubbi: è un momento d'esperienza rivelata in cui convivono le forze del senso e del non-senso, la necessità di agire nel qui ed ora della creazione, di riportare alla luce gli aspetti reconditi del proprio sé. Ci sono alcuni aspetti della vita che solo il sogno può spiegare e solo la fiaba. L'arte di Valeria Brunelli, nasce dall'anelito di rendere accessibile a chiunque gli incanti e la dimensione delle fiabe. Esplora questo territorio andando oltre l'aspetto illustrativo.
Ogni sua opera è legata al contesto narrativo da cui trae origine, ma si propone in tutta la sua autonomia e forza espressiva. La fiaba è per lei un alfabeto congeniale, un linguaggio che le permette di dare voce al proprio vissuto. Il "C'era una volta" presuppone un tempo trascorso, è la memoria, il passato. Ma l'esercizio concreto di fissare sul foglio la sintesi e l'essenza di una narrazione, che ha un inizio e una fine, è un'operazione che avviene nel presente: il racconto così rivive ogni volta che è immaginato e pensato. Apre nuovi scenari, personali e collettivi. La fiaba è per Valeria Brunelli una sorta di "canovaccio" teatrale sul quale poi intervenire liberamente, far fluire emozioni, desideri, stupori e meraviglie. E' un processo che, al pari della creazione, non ha mai fine.

Viaggio nella memoria
Frammenti di fiaba, 23 febbraio 2009
di Eleonora Fulli
La tecnica è l'acquerello puro, dove il cobalto da sempre presente in tutte le sue infinite varianti si sposa nell'ultima produzione con colori dai toni accesi e determinati. Compaiono l'ocra, il rosso ed il marrone che lasciano sempre e comunque spazio a graduali sfumature.
I colori tracciati con segni netti e decisi, gesti veloci, determinazione e frenesia al limite dello spasmo sono elementi importanti per la lettura delle opere della nostra giovane Artista.
Nei suoi acquerelli Valeria Brunelli ci narra il suo mondo interiore fatto di travagli e piaceri, tristezza ed allegria, certezze e contraddizioni. Una stratificazione di sentimenti ed emozioni che incentrata su legami forti ed importanti, dà vita ad un racconto che affonda le sue radici in un passato assai remoto.
Valeria pediatra di professione, pittrice da sempre si racconta come un bimbo che vorrebbe essere adulto o forse come un adulto che continua ad alimentare le fantasie del passato.
I temi dominanti nell'ultima produzione artistica della Nostra sono le "fiabe" e le "montagne incantate". Soggetti questi apparentemente così distanti ma in realtà anelli di una stessa catena. Difatti non ci si potrebbe perdere nei sogni, se poi non si avesse la capacità/possibilità di tornare al reale.
Le favole, che narrano mondi magici, lontani, dove volare con la fantasia e la memoria, rappresentano il legame indissolubile tra adulto e bambino, legame insito in un abbraccio ideale, che se da un lato protegge, al contempo ci dona la forza ed il coraggio per arrivare alla conquista di vette impervie aspre, quasi irraggiungibili. Cime fredde, difficili, cui si giunge passando attraverso la nebbia ed affrontando pericolosi ed inaspettati ghiacciai. Vette che solo la tenacia e la determinazione possono farci conquistare, ponendoci di fronte al reale con le nostre forze e capacità.
Cielo e terra, fantastico e reale si fondono nel mistero dell'irraggiungibile, nello spazio in cui tutto si muove, nasce e svanisce.
Questa è Valeria Brunelli. Questa la sua "pittura". Un delicato assemblaggio di energia vitale, che ci trasporta in un turbinio di colori sotto la magica ala del cobalto.

La magia della fiaba dà corpo alla mostra
Trentino, 26 febbraio 2009
«Once upon a time, Es war einmal (ein König)... C'era una volta». «La fiaba è una esigenza dell'uomo di ogni età e cultura e, come il sogno, veicola emozioni. La vita di ognuno di noi è una fiaba, popolata di mostri, di incantesimi, di fate streghe, castelli, trasformazioni», spiega Valeria Brunelli nel render conto dei suoi acquerelli. Finita la "personale" di Andrea Romanello, nella suggestiva sala esposizioni della biblioteca comunale ricavata nella mansarda dello Chalet laghetto di Madonna di Campiglio si è allestita una nuova mostra, sempre col patrocinio del comune di Pinzolo. Di tono e di carattere tutti diversi. Qui si respirano atmosfere più serene, aeree, leggere... e non solo per i contenuti, ma anche per la tecnica, quella dell'acquerello, della tempera, particolarmente adatta a interpretare i temi trattati attraverso il colore. In esposizione troviamo 30 splendide opere, caratterizzate da una forte carica emotiva, che ci trasportano in un viaggio ai confini delle irrealtà sognate. Si ispirano alle fiabe e ai racconti magici dei fratelli Grimm, di Perrault, Andersen, Carrol, Barrie, Collodi, i grandi classici di quella che siamo soliti chiamare "letteratura per l'infanzia", ma che forse sarebbe meglio ribattezzare "letteratura del sogno e della magia". (g.c.)

L'arte di interpretare i materiali
Il Giorno, 2 marzo 2008
Cinque artiste, cinque tecniche espressive: alla Galleria 9 Colonna - SPE del quotidiano Il Giorno è visitabile fino al 6 marzo il primo appuntamento di un'interessante rassegna annuale dedicata alla peculiarità del medium artistico.
Riportiamo il testo che Valentina Tovaglia ha scritto in recensione di questa esposizione: "L'acquerellista per passione Valeria Brunelli rivela la delicatezza della propria visione del mondo rappresentando vari scenari naturali, sia marini che montani, scegliendo una raffinata tecnica quale appunto l'acquerello. Maria Lepkovska materializza i propri sogni ingarbugliandoli in un leggero intreccio di fili di cotone, nei toni ora del bianco ora del blu, in cui possiamo scorgere soffici ammassi di nuvole e impetuose onde marine, che prendono vita al minimo riflesso di luce come al primo soffio di vento. Laura Prina realizza originali collages utilizzando coloratissimi i frammenti di carta, "rubati" da giornali e riviste: i toni caldi della natura, tra campagne fiorite e paesaggi di mare e di montagna, sono i protagonisti di queste vivaci composizioni. Maria Grazia Stoppa crea sculture e bassorilievi attraverso la manipolazione di un materiale primitivo come la creta, lavorata secondo la tecnica raku, di origine giapponese, che vuole l'estrazione dal forno dell'oggetto incandescente, provocandogli così una forte escursione termica; il risultato è sorprendente, lo si nota in particolare in Duoble Face, scultira che è alternativamente busto di donna e conchiglia, testimonianza di una natura in perenne divenire. Coral Torrents contempla il cosmo e ne racchiude lo spazio infinito in preziose tavole polimateriche, dipinte perfezionando e personalizzando un'antica tecnica di pittura su vetro: ne risultano opere intense, in cui la particolare applicazione di foglia metallica crea misteriosi effetti di luce e di colore. L'effetto complessivo è un buon equilibrio tra personalità e linguaggi differenti, un ottimo inizio di un originale e imprevedibile percorso tra le tecniche artistiche".

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